Parrocchie di Poirino



Alcuni spunti per la preparazione alla liturgia della prossima domenica



Alla domanda dei discepoli («Se è così, chi si può salvare?») Gesù aveva risposto: «Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio; tutto è possibile a Dio» (10,27). L’episodio di Bartimeo è un’illustrazione di questa risposta. Il possibile non si misura sulle forze dell’uomo, ma sulla grandezza del dono di Dio. E difatti il racconto ci fa assistere a una completa e impensabile trasformazione: un uomo era cieco e ora ci vede, era seduto e ora segue Gesù lungo la via. La lezione è chiara: la potenza di Dio - che Gesù aveva già suggerito ai discepoli come l’unica possibilità di salvezza (10,27) - ha saputo trasformare un uomo impotente in un discepolo coraggioso. Ma a due condizioni: la preghiera («Gesù, abbi pietà di me») e la fede («Va, la tua fede ti ha salvato»).
Il vangelo di Marco sviluppa con notevole insistenza il tema della cecità dei discepoli. Due le forme della cecità. La prima è che il discepolo (si legga il racconto di Mc 8,14-31) ha visto la potenza di Gesù, magari ne racconta i prodigi, ma non se ne fida: nelle difficoltà della vita non la prende in considerazione, e cade nell’ansia, come se l’avesse dimenticata. E la seconda: di fronte alla via della Croce il discepolo vede soltanto l’insuccesso, il fallimento, non la risurrezione. L’uomo ha bisogno che il Cristo gli apra gli occhi per scoprire nella vita la forza della potenza di Dio e l’efficacia della via della Croce.

prima lettura Ger 31,7-9
Dio è beato, invita tutta la terra a partecipare alla sua gioia: la prova ha portato i suoi frutti, egli può perdonare il suo popolo che si pente. Come spesso accade, questo cambio di situazione viene evocato sotto forma di un nuovo e meraviglioso esodo. Anche i disabili cammineranno con passo spedito e vi parteciperanno anche coloro che un’impurità legale costringeva a restare in disparte. La fine dello scisma fra le tribù del Nord e quelle del Sud annuncia la riunione di tutti i popoli nell’unità.

Dal libro del profeta Geremia
Così dice il Signore: 7 "Innalzate canti di gioia per Giacobbe, esultate per la prima delle nazioni, fate udire la vostra lode e dite: Il Signore ha salvato il suo popolo, un resto di Israele".
8 Ecco li riconduco dal paese del settentrione e li raduno dall’estremità della terra; fra di essi sono il cieco e lo zoppo, la donna incinta e la partoriente; ritorneranno qui in gran folla.
9 Essi erano partiti nel pianto, io li riporterò tra le consolazioni; li condurrò a fiumi d’acqua per una strada diritta in cui non inciamperanno; perché io sono un padre per Israele, Efraim è il mio primogenito. - Parola di Dio.

salmo responsoriale 125, 1-2ab; 2cd-3; 4-5; 6
Risa e grida di gioia, canti di festa in onore del Signore che opera meraviglie a favore dei suoi.

Rit. Grandi cose ha fatto il Signore per noi.

1 Quando il Signore ricondusse i prigionieri di Sion
ci sembrava di sognare.
2 Allora la nostra bocca si aprì al sorriso,
la nostra lingua si sciolse in canti di gioia.
Allora si diceva tra i popoli:
"Il Signore ha fatto grandi cose per loro".
3 Grandi cose ha fatto il Signore per noi,
ci ha colmati di gioia.
4 Riconduci, Signore, i nostri prigionieri,
come i torrenti del Negheb,
5 Chi semina nelle lacrime
mieterà con giubilo.
6 Nell’andare, se ne va e piange,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con giubilo,
portando i suoi covoni.

seconda lettura Eb 5,1-6
Il Cristo è il solo mediatore perfetto fra il cielo e la terra, perché, nella sua persona, Dio e l’uomo sono intimamente e per sempre uniti. Egli non si è arrogato da se stesso il suo sacerdozio, che non è di istituzione umana: lo possiede in forza della sua misteriosa origine divina. "Secondo l’ordine di Melchisedek, poiché questo sacerdote dell’Altissimo (Gen 14,18-20) non appartiene a nessuna stirpe sacerdotale conosciuta (Eb 7,3).

Dalla lettera agli ebrei
1 Ogni sommo sacerdote, scelto fra gli uomini, viene costituito per il bene degli uomini nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati. 2 In tal modo egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore, essendo anch’egli rivestito di debolezza, 3 a motivo della quale deve offrire anche per se stesso sacrifici per i peccati, come lo fa per il popolo.
4 Nessuno può attribuirsi questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. 5 Nello stesso modo Cristo non si attribuì la gloria di sommo sacerdote, ma gliela conferì colui che gli disse: "Mio figlio sei tu, oggi ti ho generato". Come in un altro passo dice: 6 "Tu sei sacerdote per sempre, alla maniera di Melchisedek". - Parola di Dio.

canto al Vangelo Gv 8,12
Alleluia, alleluia
Io sono la luce del mondo, dice il Signore;
chi segue me avrà la luce della vita.

Vangelo Mc 10,46-52
Un miracolo di un’incontestabile portata simbolica. Avviene all’uscita da Gerico, ultima tappa prima di Gerusalemme, dove Gesù conduce i suoi discepoli. Nulla e nessuno può impedire all’uomo di gridare verso Gesù che lo fa venire da lui. Contrariamente alla guarigione del cieco di Betsaida, operata quasi in segreto (Mc 8,22-26), quella di Bartimeo avviene in mezzo alla folla. Gesù non rimanda l’infermo guarito nel suo villaggio: lo accetta fra coloro che lo accompagnano. È venuto il momento di affrettarsi ad andare verso Gesù, di portare a lui tutti coloro che vogliono "vedere". Si può intravedere qui un’allusione al battesimo, detto un tempo "sacramento dell’illuminazione".


Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, 46 mentre Gesù partiva da Gerico insieme ai discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. 47 Costui, al sentire che c’era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: "Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!".
48 Molti lo sgridavano per farlo tacere, ma egli gridava più forte: "Figlio di Davide, abbi pietà di me!". 49 Allora Gesù si fermò e disse: "Chiamatelo!". E chiamarono il cieco dicendogli: "Coraggio! Alzati, ti chiama!". 50 Egli, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
51 Allora Gesù gli disse: "Che vuoi che io ti faccia?". E il cieco a lui: "Rabbunì, che io riabbia la vista!". 52 E Gesù gli disse: "Va’, la tua fede ti ha salvato". E subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada. -





Spunti per le catechiste per il vangelo di domenica:


Possibili spunti



Consiglio alle catechiste