Parrocchia di Poirino




TEMA: Le opere di Gesù - in data: 03/04/2020

I Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio».
Disse loro Gesù: « Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». (Gv 10).


L'opera di Dio consiste nel porre come testata d'angolo la pietra scartata dai costruttori.
Ma come guardare il dramma di Gesù, la sua sofferenza, la sua morte in croce ed esclamare: «Tu sei il Dio della gloria!»?
Il grido orante di Cristo in croce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», dopo lo strazio di tanto dolore, raccolse su di sé l’angoscia dell’intera umanità, trasformò in preghiera ogni domanda circa l’agire incomprensibile di Dio.
Il silenzio di Dio che seguì la consegna del Signore nelle mani del Padre e che pervase tutto il sabato santo non è assenza. È un messaggio, un annuncio.
Dio vuol dire qualcosa attraverso l'abbandono e la sua assenza.
La fede non risparmia dal tormento e dall’angoscia del dubbio.
L'amore di Dio non mi protegge da ogni sofferenza. Mi protegge, invece in ogni sofferenza
Avere fede significa custodire le domande inquietanti e impenetrabili del patire e del morire; preferire il tormento delle domande piuttosto che la “pacifica” insensatezza di una vita rassegnata e senza attese.
Nell’amore “sino all’estremo” nella solidarietà totale con l’umanità, Dio ci insegna la stolta sapienza della croce. Questa è la gloria di Dio

Signore,
guardiamo la tua croce.
Essa ci invita a rialzarci.
E' segno di speranza,
invito alla pace,
strumento di liberazione,
inizio di una festa
che non avrà mai fine.