Parrocchia di Poirino




TEMA: Salute e pane. All'anima attraverso il corpo. - in data: 24/04/2020

Gesù, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. (Gv 6)


Una folla numerosa segue Gesù a causa dei segni straordinari che egli compie sui malati. Il Maestro sa bene che il corpo che deve essere guarito e, prima, deve essere nutrito. Nel suo insegnamento mai separa le parole dai fatti. Il primato va riconosciuto all’anima (“Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? Mt. 16,26, cfr. anche 10,28) ma il percorso che giunge all’anima passa attraverso la risposta a bisogni concreti e materiali (cfr. Lc. 16, 10). La fame della gente è il segno di una domanda più profonda, è metafora del desiderio di vivere in pienezza. È significativo tuttavia solo ciò che tocca il corpo. Dio non può essere rappresentato se non attraverso il corpo e la percezione emozionale che percepisce il Mistero. Questo si può vedere nell’accusa che gli adolescenti rivolgono alle verità di fede e in particolare alle celebrazioni liturgiche. Le trovano semplicemente noiose: non toccano il corpo (e il cuore) e non danno emozioni.
Venire in chiesa e sentire parole alte e sublimi e poi non costatare nulla (nella forma percepibile per un adolescente di oggi) produce un’intima delusione e un movimento di abbandono. La fede non viene “rinnegata” ma è relegata nell’ambito delle cose “serie” della vita: valori anche importanti ma troppo “lontani”, che non possono reggere il confronto con le cose urgenti e reali che prendono, che toccano. L’esperienza di sovrabbondanza di cui il ragazzo del racconto evangelico è lo strumento è vissuto come un evento strepitoso non solo per il pane che non viene a mancare, ma più ancora perché il dono ricevuto diventa un fatto di condivisione e di fraternità.
La nostra parrocchia diventa fedele a Cristo se è fedele alla vita concreta della gente. Sempre a partire dai bisogni del corpo che oggi sono drammaticamente gravi e diffusi. Sono bisogni di salute (difendersi dal virus) e bisogno di pane (l’economia e il lavoro).

COMUNIONE SPIRITUALE
Ai tuoi piedi, o mio Gesù, mi prostro e ti offro il pentimento del mio cuore contrito che si abissa nel suo nulla e nella tua santa presenza. Ti adoro nel sacramento del Tuo amore, l’ineffabile Eucaristia. Desidero riceverti nella povera dimora che ti offre il mio cuore; in attesa della felicità della comunione sacramentale voglio possederti in spirito. Vieni a me, o Gesù, che io vengo da Te. Possa il tuo amore infiammare tutto il mio essere per la vita e per la morte. Credo in Te, spero in Te, ti amo.