Parrocchia di Poirino




TEMA: Il suo comandamento è vita eterna - in data: 06/05/2020

Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.
Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell'ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. (Gv. 10)


Credere significa aderire personalmente, affidarsi totalmente, entrare in relazione, a tu per tu con una persona, Gesù, e attraverso di lui, all’esperienza del divino: “Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”, insegnava Gesù. Non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo, ci dice oggi.
La fede non si sviluppa normalmente da un’esperienza arcana, indicibile. Non sboccia improvvisa da un’ispirazione personale ma si genera dalla ricerca stimolata dalla vita e dalla testimonianza degli altri. Non ci si affida, infatti, genericamente al divino. La scelta libera procede dall’interpellanza di un invito, un’esperienza, da una parola cui si fa affidamento. La fede nasce quindi dai fatti della vita. Se uno non li ascolta in profondità, si condanna da solo alla superficialità, al non-senso.
L’adesione di fede richiede una sufficiente consapevolezza dei suoi contenuti. La religione, si potrebbe dire con il linguaggio della sociologia di oggi, è una forma particolare della comunicazione, che svolge il compito di sollecitare e, al tempo stesso, di rispondere alle domande di senso e di eterno che la vita quotidianamente pone alle persone. In base alle età, alle disposizioni e alle condizioni quotidiane o straordinarie della vita, l’esperienza religiosa offre incessantemente i simboli e le parole che attribuiscono significato all’esperienza nella sua totalità. In queste domande di senso Dio ci “parla”: il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire.
L’esperienza delle comunità cristiane conferma che, quando l’adesione di fede persiste e le persone “praticano” la loro religione, quando si ascoltano le sue parole e si osservano, le credenze sono in grado di fornire risposte rassicuranti alle domande essenziali del vivere e del morire, con un’efficacia e un’autorevolezza che altri sistemi culturali (l’ideologia, il consumismo, la superstizione, la magia) non possiedono in ugual misura e con lo stesso grado di complessità. La comunità cristiana, quindi, quanto più sviluppa la consapevolezza e la riflessione sulle verità della fede (per esempio, attraverso la catechesi), tanto meglio comprende la vita, valuta la quotidianità, interpreta l’esperienza mondana, rassicurando per sé e di fronte al mondo, l’attendibilità dell’adesione di fede.
La fede, infatti, è il fermento che rinnova il mondo

COMUNIONE SPIRITUALE
Ai tuoi piedi, o mio Gesù, mi prostro e ti offro il pentimento del mio cuore contrito che si abissa nel suo nulla e nella tua santa presenza. Ti adoro nel sacramento del Tuo amore, l’ineffabile Eucaristia. Desidero riceverti nella povera dimora che ti offre il mio cuore; in attesa della felicità della comunione sacramentale voglio possederti in spirito. Vieni a me, o Gesù, che io vengo da Te. Possa il tuo amore infiammare tutto il mio essere per la vita e per la morte. Credo in Te, spero in Te, ti amo. di O