Parrocchia di Poirino




TEMA: Seguire Gesù servo - in data: 07/05/2020

«In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica.
Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono.
In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato». (Gv. 13)


Un servo non è più grande del suo padrone. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica
Fin dall’inizio, il programma di Gesù è chiaro ed esplicito: “Lo Spirito del Signore è sopra di me, perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato per annunciare la liberazione ai prigionieri e il ricupero della vista ai ciechi; per rimettere in libertà gli oppressi. La potenza dello Spirito Santo consiste nel rendere evidente questo fatto. In questa missione sono subito coinvolti i discepoli: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture...” (Mt 10,8-9). Si attualizza, rinforzato, l’annuncio dei profeti. Sentire pronunciare in questo modo l’immediatezza di Dio, scandalizza. Rimane perplesso anche il Battista: «Sei tu colui che deve venire, o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù riprende la scena originaria: «Andate a riferire a Giovanni quello che udite e vedete: i ciechi ricuperano la vista e gli zoppi camminano; i lebbrosi sono purificati e i sordi odono; i morti risuscitano e il vangelo è annunciato ai poveri. Beato chi non si sarà scandalizzato di me! » (Mt 11, 3-6).
La compagnia scelta dal Maestro è parte integrante del messaggio: sono gli emarginati, i malati, i peccatori. Per questo siamo anche noi. Questa frequentazione privilegiata rimane costante fino alla fine, fino all’estremo: a Betlemme tra i pastori, in croce tra due delinquenti. Muore pregando per i peccatori. Questo comportamento appare inaudito ma anche provocatorio. Suscita impressione e ammirazione nei discepoli ma rabbia e sconcerto nella feroce critica religiosa che si scatena. Si avvera la profezia di Simeone quando parlò a Maria: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione” (Lc 2,35).
Gesù opera il ribaltamento della religione: “Ed ecco una donna, malata di un flusso di sangue ..gli toccò il lembo della veste. Gesù si voltò, la vide, e disse: «Coraggio, figliola; la tua fede ti ha guarita». (Mt 9,20-22). La Legge prescriveva per questa donna impura la segregazione, le raccomandava l’accettazione penitenziale della sua condizione. Gesù invece la chiama: conferma la qualità della fede, contro ogni complicità con il male. Imbarazzo dei custodi della religione, sorpresa dei discepoli: “Dio vuole tutti salvi” (1Tim 2,4), “Dio non fa eccezione di persona (At 10,34). “Se aveste compreso che cosa significa: Misericordia io voglio e non sacrificio, non avreste condannato individui senza colpa” (Mt 12,7). Seguire Gesù significa fare come lui. La giustizia di Dio è agape, perché lui solo è buono. “Io e il Padre siamo una cosa sola” (Gv 10,30). “Chi ha visto me, ha visto il Padre” (Gv 14,19).

COMUNIONE SPIRITUALE
Ai tuoi piedi, o mio Gesù, mi prostro e ti offro il pentimento del mio cuore contrito che si abissa nel suo nulla e nella tua santa presenza. Ti adoro nel sacramento del Tuo amore, l’ineffabile Eucaristia. Desidero riceverti nella povera dimora che ti offre il mio cuore; in attesa della felicità della comunione sacramentale voglio possederti in spirito. Vieni a me, o Gesù, che io vengo da Te. Possa il tuo amore infiammare tutto il mio essere per la vita e per la morte. Credo in Te, spero in Te, ti amo. di O