Parrocchia di Santa Maria Maggiore - Poirino

Tutta la comunità

è invitata alla celebrazione

Venerdì Santo

Venerdì 14 , nella chiesa di Tutte  alle ore 20,45

Programma della celebrazione:
TRIDUO PASQUALE In Passione Domini
IL VENERDI’ NELLA PASSIONE DEL SIGNORE

58. In questo giorno in cui «Cristo nostra pasqua è stato immo-lato», la Chiesa con la meditazione della passione del suo Signore e sposo e con l’adorazione della croce commemora la sua origine dal fianco di Cristo, che riposa sulla croce, e intercede per la salvezza di tutto il mondo.
59. In questo giorno la Chiesa, per antichissima tradizione, non celebra l’eucaristia; la santa comunione viene distribuita ai fedeli soltanto durante la celebrazione della passione del Signore; ai malati, che non possono prendere parte a questa celebrazione, si può portare la comunione in qualunque ora del giorno.
60. Il venerdì della passione del Signore è giorno di penitenza obbligatoria in tutta la Chiesa, da osservarsi con l’astinenza e il digiuno.
61. In questo giorno sono strettamente proibite le celebrazioni dei sacramenti, eccetto quelli della penitenza e dell’unzione degli infermi. Le esequie siano celebrate senza canto e senza il suono dell’organo e delle campane.
62. Si raccomanda che l’ufficio della lettura e le lodi mattutine di questo giorno siano celebrati nelle chiese con la partecipazione del popolo (cf. n. 40).
63. Si faccia la celebrazione della passione del Signore nelle ore pomeridiane e specificamente circa le ore tre del pomeriggio. Per motivi pastorali si consiglia di scegliere l’ora più opportuna, in cui è più facile riunire i fedeli: per es. da mezzogiorno o in ore più tarde, non oltre però le ore ventuno.
64. Si rispetti religiosamente e fedelmente la struttura dell’azione liturgica della passione del Signore (liturgia della parola, adorazione della croce e santa comunione), che proviene dall’antica tradizione della Chiesa. A nessuno è lecito apportarvi cambiamenti di proprio arbitrio.
65. Il sacerdote e i ministri si recano all’altare in silenzio, senza canto. Se vengono dette parole di introduzione, ciò sia fatto prima dell’ingresso dei ministri.

Il sacerdote e i ministri, fatta la riverenza all’altare, si prostrano in terra: tale prostrazione, come rito proprio di questo giorno, si conservi con cura, per il significato che assume di un’umiliazione dell’«uomo terreno» e della mestizia dolorosa della Chiesa.
Durante l’ingresso dei ministri i fedeli rimangono in piedi. Quindi anche loro si inginocchiano e pregano in silenzio.
66. Le letture siano proclamate integralmente. Il salmo respon-soriale e il canto al Vangelo vengono eseguiti nel modo consueto. La storia della passione del Signore secondo Giovanni si canta o si legge come nella domenica precedente (cf. n. 33). Terminata la storia della passione, si faccia l’omelia. Alla fine di essa i fedeli possono essere invitati a sostare per breve tempo in meditazione.
67. Si faccia la preghiera universale secondo il testo e la forma tramandati dall’antichità, in tutta la prevista ampiezza di inten-zioni, per il significato che essa ha di espressione della potenza universale della passione di Cristo, appeso sulla croce per la salvezza di tutto il mondo. In caso di grave necessità pubblica l’ordinario del luogo può permettere o stabilire che si aggiunga una speciale intenzione.
È consentito al sacerdote scegliere, tra le intenzioni proposte nel messale, quelle più adatte alle condizioni del luogo, purché venga rispettata la successione delle intenzioni, indicata di solito per la preghiera universale.
68. La croce da mostrare al popolo sia sufficientemente grande e di pregio artistico. Per questo rito si scelga la prima o la seconda formula indicata nel messale. Tutto questo rito si compia con lo splendore di dignità che conviene a tale mistero della nostra salvezza: sia l’invito fatto nel mostrare la santa croce che la risposta data dal popolo si eseguano con il canto. Non si ometta il silenzio riverente dopo ciascuna prostrazione, mentre il sacerdote celebrante rimane in piedi tenendo elevata la croce.
69. Si presenti la croce all’adorazione di ciascun fedele, perché l’adorazione personale della croce è un elemento molto impor-tante in questa celebrazione. Si adoperi il rito dell’adorazione fatta da tutti contemporaneamente solo nel caso di un’assemblea molto numerosa.
Per l’adorazione si presenti un’unica croce, nel rispetto della verità del segno. Durante l’adorazione della croce si cantino le antifone, i «Lamenti del Signore» e l’inno, che ricordano in modo lirico la storia della salvezza, oppure altri canti adatti (cf. n. 42).
70. Il sacerdote canta l’invito alla preghiera del Signore che tutti eseguono con il canto. Non si dà il segno della pace. La comunione si distribuisce secondo il rito descritto nel messale. Durante la comunione si può cantare il salmo 21 o un altro canto adatto. Finita la distribuzione della comunione si porta la pisside nel luogo già preparato fuori della chiesa.
71. Dopo la celebrazione si procede alla spogliazione dell’altare, lasciando però la croce con quattro candelieri. Si prepari in chiesa un luogo adatto (per es. la cappella di reposizione dell’eucaristia nel Giovedì Santo), ove collocare la croce del Signore, che i fedeli possano adorare e baciare e dove ci si possa trattenere in meditazione.
72. Per la loro importanza pastorale, non siano trascurati i pii esercizi, come la «via crucis», le processioni della passione e la memoria dei dolori della beata vergine Maria. I testi e i canti di questi pii esercizi siano in armonia con lo spirito liturgico. L’orario dei pii esercizi e quello della celebrazione liturgica siano composti in modo tale che l’azione liturgica risulti di gran lunga superiore per sua natura a tutti questi esercizi.

PREMESSA

Questo giorno è tutto incentrato sulla Croce del Signore: la comu-nità cristiana proclama la passione gloriosa di lui e adora la sua croce. Il colore rosso è il colore dei martiri: Cristo Gesù, Sommo Sacerdote a nome di tutta l’umanità, si è consegnato volontariamente alla morte, come primo martire, per salvare tutti.
Si digiuna il Venerdì e, se è possibile si protrae questo digiuno anche al Sabato santo (SC 110) per esprimere che la comunità cristiana segue il cammino del suo Signore attraverso la morte. E’ un digiuno pieno di speranza che si aprirà alla gioia della resurrezione.
Non si celebra l’Eucaristia oggi ma solo la liturgia delle Ore e la passione e la croce. Dalla mezzanotte del giovedì vi sono i segni di austerità: non ci sono fiori, non suonano le campane, il tabernacolo è aperto e vuoto… all’indomani, nella Veglia, torneranno i fiori e le luci della celebrazione: i segni della festa che durerà 50 giorni come fosse un solo giorno.
L’ora della celebrazione della Passione del Signore potrebbe essere il mez-zogiorno o il tardo pomeriggio; l’ora più conveniente per la comunità non deve necessariamente essere legata alla presunta ora della morte del Si-gnore.
Questa celebrazione, dopo la quale si potrà anche realizzare, ad orario conveniente la Via Crucis, è più importante di quest’ultima. Oggi più che mai la Chiesa invita a lasciar cadere le parole per meglio porre in luce l’esperienza del mistero attraverso il rito. Si evitino frasi scritturistiche o devote che, purtroppo, sempre più invadono le nostre chiese: queste scritte non appartengono al linguaggio liturgico!
L’ambientazione dell’aula deve prevedere l’altare spoglio da ogni arredo. Un tappeto di fronte al presbiterio (o nel caso in cui vi fosse un presbiterio ampio, davanti all’altare, fuori dal bema) per la prostrazione del presidente ed, in seguito, per l’adorazione della croce da parte dell’assemblea. Per quanto riguarda la prostrazione degli altri ministri è opportuno che sostino lungo la navata centrale e, sui due lati della navata, a debita distanza l’uno dall’altro, o si inginocchino o anch’essi si prostrino a terra, dietro il presidente. Se vi fosse presente il diacono, egli può prostrarsi dietro il presidente, in mezzo ai primi due ministranti.
Per l’arredo dell’ambone è bene non ornarlo di fiori e di drappo (peraltro sempre di colore bianco, in segno del luogo da dove si annuncia la risurrezione. Non è nel drappo colorato che la Chiesa esprime il colore liturgico del tempo, ma nei paramenti dei ministri ordinati!). Da preferirsi una composizione con rami verdi (es. l’ulivo della domenica delle Palme, palme o il bosso, o il lauro).
Per quanto riguarda l’uso degli strumenti in questo giorno, la Chiesa raccomanda che questi abbiano il solo compito di sostenere il can-to: il salmo responsoriale – l’acclamazione al vangelo – l’eventuale rispo-sta dell’assemblea alla preghiera universale – l’ostensione della croce – il canto durante l’adorazione della croce – il canto della Preghiera del Si-gnore – il canto di comunione.
Tutti i canti, calibrati con la più grande accortezza, dovrebbero “rompere il silenzio” soltanto per il tempo e nei modi strettamente necessari, e al silenzio autentico dovrebbero ricondurre.
Sulla mensa dell’altare si dispongano, prima della celebrazione, l’evangeliario o i tre libri della Passione del Signore. Alla credenza si pre-parino una tovaglia per l’altare, un corporale, un purificatoio e un numero di patene sufficiente per la distribuzione dell’eucaristia. Ancora, per la reposizione del santissimo sacramento si predispongano: due ceri – il velo omerale – possibilmente un'unica pisside per il trasporto del Santissimo. In un luogo privato, fuori dalla chiesa, si prepari per la reposizione dopo la comunione. È bene che il diacono, o un ministro idoneo, con i ceroferari escano dall’aula liturgica con la pisside da un’uscita ben visibile, per recarsi presso il luogo della reposizione, così da evidenziare il segno dell’assenza delle specie eucaristiche sino alla solenne veglia pasquale.
Si ricordi che dopo la mezzanotte del giovedì santo, il luogo della reposizione si spoglia di ogni segno solenne del mistero celebrato In Coena Domini. Potrebbe essere significativa un’icona della crocifissione (non la croce!) dopo la mezzanotte, quando l’adorazione si protrae in forma privata. Quindi si predisponga il luogo in modo che, dopo la comunione durante la liturgia del venerdì della Passione, vi si possa accogliere la Croce: ritta e gloriosa, circondata non solo da quattro ceri previsti, ma anche da un consono addobbo floreale, tenendo presente il colore liturgico del giorno. (PS n. 71). La collocazione nel luogo stesso della reposizione aiuta a percepire la continuità del mistero celebrato durante tutto il triduo pasquale. Verso questo luogo potrebbe essere orientata la preghiera anche il sabato santo, con l’aiuto di una dignitosa icona della deposizione, o della discesa di Cristo agli inferi o della Beata Vergine addolorata (PS 74)
L’illuminazione dell’aula aiuti a creare un clima di raccoglimento. Possibilmente si evitino le luci “fredde”, al neon. Le chiese che dispongono di lustri possono utilizzarli così da creare una luce soffusa, rinunciando ai fari alogeni. Ad ogni buon conto, tenendo presente che l’altare e l’ambone debbono essere ben illuminati, così la sede del presidente e l’assemblea, si studi il modo migliore per offrire un’illuminazione soffusa, che predisponga gli animi al clima della celebrazione.

RITI DI INTRODUZIONE

Nel più stretto silenzio inizia la celebrazione, con una processione introitale lenta, composta e “visibile”. Inchino profondo all’altare. Pro-strazione del presidente e dei ministri. L’assemblea prega in ginocchio. Poi il presidente con i ministri si reca alla sede. Senza premettere l’invito Preghiamo, dice a mani giunte, una delle seguenti orazioni:

ORAZIONE

O Dio,
che nella passione del Cristo nostro Signore
ci hai liberati dalla morte,
eredità dell'antico peccato
trasmessa a tutto il genere umano,
rinnovaci a somiglianza del tuo Figlio;
e come abbiamo portato in noi,
per la nostra nascita,
l'immagine dell'uomo terreno,
così per l'azione del tuo Spirito,
fa' che portiamo l'immagine dell'uomo celeste.
Per Cristo nostro Signore.

R. Amen

oppure:

Ricordati, Padre, della tua misericordia;
santifica e proteggi sempre questa tua famiglia,
per la quale Cristo, tuo Figlio,
inaugurò nel suo sangue il mistero pasquale.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

R. Amen
LITURGIA DELLA PAROLA
PRIMA LETTURA
Is 52, 13 - 53, 12

SALMO RESPONSORIALE
Ps. 30/31
Il salmo responsoriale e il ritornello propri del giorno si trovano in “ canto del salmo responsoriale della domenica” (Elle Di Ci, p. 82), oppure si trova anche nel repertorio Nella Casa del Padre:
Salmo 30 - In te, Signore, mi sono rifugiato (100)
oppure si può scegliere tra i seguenti:
Salmo 21 - Dio mio, perché mi hai abbandonato? (86-87)
Salmo 26 - Il Signore è mia luce (94, strofe 1.2.9.11)
Salmo 26 - Il Signore è mia luce (95, strofe 1-2.3-4.16-17.21-22)
Salmo 42 - Fammi giustizia (105 antifona 1).
Padre nelle tue mani in Settimana Santa – A. Parisi, pag. 34 -Ed. Paoline
Altri ritornelli adatti:
Spero nel Signore (137)
Padre, sia fatta la tua volontà! (427)
Pietà di noi, o Signore (431)
Padre, nelle tue mani (100)

SECONDA LETTURA
Eb 4, 14-16; 5, 7-9

CANTO AL VANGELO
cfr Fil 2, 8-9

Durante l’acclamazione, se vi è il diacono chiede la benedizione come di consuetudine; in mancanza del diacono il presbitero stesso con eventuali altri lettori si accostano all’altare dove sono stati disposti prima della celebrazione i libri del Passio. Fatto l’inchino all’altare, i ministri prendono i libri e raggiungono i loro posti.
“Gloria e onore a te” in Settimana Santa – V. Giudici – Ed. Paoline
VANGELO
Gv 18, 1 - 19, 42

Alla lettura della Passione del Signore non si premette né il saluto, né il segno della croce sul libro, né l’incenso; non si usano le candele.
Per salvaguardare l’ambone come unico luogo da cui si proclama la Parola è bene che ci si disponga in modo tale da lasciare il cronista (diacono) al leggio dell’ambone; gli altri ministri disposti al di sotto di esso, possibilmente ciascuno con il proprio leggio.
Se tale disposizione non fosse conveniente per le ristrettezze del luogo in cui è l’ambone, si può optare per una soluzione di questo tipo: alla sede il presbitero, al quale affideremo la parte di Gesù; all’ambone il diacono o un ministro al quale affidiamo la parte del cronista; infine, in uno spazio adatto, il lettore al quale si affidano le voci dei vari personaggi.
Una seconda forma di proclamazione potrebbe essere quella di di-videre il testo in 5 o 6 sezioni con altrettanti lettori che si alternano di pericope in pericope. Frammenti di canto, sobrie strofe di corale, potranno quindi scandire le grandi unità della proclamazione evangelica, secondo la tradizione ben nota delle Chiese riformate. Eugenio Costa, ad esempio, ha proposto la seguente scansione: Gv. 18, 1-14/corale “Tu nella notte triste” (Poma- Isaac Bach: NCP n. 524), prima strofa; Gv. 19, 1-18/corale terza strofa: tu dall’ingiusta croce; Gv. 19, 19-42/corale quarta strofa: Tu dalla tomba muta. Ma altre combinazioni sono possibili a seconda del corale prescelto.
Una terza possibilità potrebbe consistere nel dividere il brano in sezioni. Salvo restando la scelta della lettura dialogata o della suddivisione tra diversi lettori, il presidente, omettendo l’omelia dopo la proclamazione del Passio, propone con brevi parole le scene evangeliche, provocando una meditazione che interpella la nostra vita, le nostre coscienze.

Proposta di Domenico Cravero

PRIMA SCENA:

L'arresto di Gesù.

Lo cercano, hanno paura che lui fugga...
ma è Gesù che si consegna.
Dovrebbero essere forti...
ma sono presi dalla paura e cadono per terra.

Aggredito rifiuta ogni violenza…
eppure la forza che promana da Gesù
non ha bisogno delle armi.

Gesù ci testimonia una fede coraggiosa.

Gv 18, 1 - 11

SECONDA SCENA:

Il coraggio di Gesù e la viltà di Pietro.

Il coraggio e la viltà si paragonano
e affrontano: un contrasto stridente.
Coraggio e viltà
che nella nostra vita di fede
si alternano, si intrecciano:
il compromesso della strada facile

Il Signore ci testimonia una fede coerente.

Fede è parlare apertamente,
dire con la vita!

12 - 27
TERZA SCENA:

Gesù e Pilato.

Ora le parti si invertono:
è Gesù che giudica!
è la sua verità che sconvolge!
Il vangelo capovolge la vita.

La fede trasforma la vita,
capovolge la storia,
mette sotto sopra il mondo.

18, 28 - 19, 16


QUARTA SCENA:

Gesù è il Re!
Il suo trono, la croce:
l'amore fino all'estremo;
Il suo potere
il dono smisurato.

Questa è la verità
che oggi deve essere detta e proclamata:
Gesù, il crocifisso, è il Salvatore;
la croce, la strada dell'amore,
l'unica speranza!

17 - 22


QUINTA SCENA:

Venerdì di passione e di morte!
Indisgiungibile promessa di vita!

Tutto è compiuto:
ogni cosa ha trovato il suo compimento e il suo senso.

Gesù non aveva altra sete,
non coltivava altra passione!

"Donna, ecco il tuo figlio":
ora tocca a noi,
oggi.

La fede crede nella realtà
dischiusa dal mistero del Golgota,
luogo di morte e di risurrezione,
e lo fa con un'intensità tale
da attualizzarla ogni giorno.


23 - 28


OMELIA
L’omelia è brevissima e introduce opportunamente al momento successivo della celebrazione: la grande preghiera di intercessione. Come Cristo ha dato la sua vita per tutti gli uomini, così noi cristiani dobbiamo sentirci solidali con tutta l’umanità e invochiamo la misericordia e la grazia di Dio sul mondo intero.

PREGHIERA UNIVERSALE
La grande preghiera universale, modello di ogni preghiera dei fedeli nell’anno liturgico (Orazionale 1), potrà prevedere un’invocazione cantata (breve e sobria, a voce scoperta) del Kyrie, proposta dal diacono o dal cantore e ripetuta dall’assemblea, . Il salto qualitativo monizione/orazione potrà essere sottolineato dalla recitazione intonata dell’orazione da parte del presidente sul modulo previsto dal messale (pag. 1088) o su un altro semplice modulo recitativo, con l’acclamazione dell’Amen da parte di tutto il popolo, il tutto sostenuto dal suono dell’organo.

Il presidente:

Fratelli e sorelle
in questo giorno in cui Cristo ha sofferto
e dall’alto della croce
ha steso le sue braccia su tutto l’universo
preghiamo Dio Padre
per mezzo del Figlio
mossi dallo Spirito Santo.


I. PER LA SANTA CHIESA

Un diacono o un ministro all’ambone:

Preghiamo, fratelli carissimi,
per la santa Chiesa di Dio:
il Signore le conceda unità e pace,
la protegga su tutta la terra,
e doni a noi, in una vita serena e tranquilla,
di render gloria a Dio Padre onnipotente.

Diacono o cantore.

Kyrie, eleison.

R. Kyrie, eleison.

Silenzio

Il presidente:

Dio onnipotente ed eterno,
che hai rivelato in Cristo la tua gloria a tutte le genti,
custodisci l'opera della tua misericordia,
perché la tua Chiesa, diffusa su tutta la terra,
perseveri con saldezza di fede
nella confessione del tuo nome.
Per Cristo nostro Signore.

Cantore.
Amen, amen.

R. Amen, amen.



II. PER IL PAPA


Preghiamo il Signore
per il nostro santo padre il papa N.:
il Signore Dio nostro,
che lo ha scelto nell'ordine episcopale,
gli conceda vita e salute
e lo conservi alla sua santa Chiesa,
come guida e pastore del popolo santo di Dio.

Te rogamus audi nos...



Dio onnipotente ed eterno,
sapienza che reggi l'universo,
ascolta la tua famiglia in preghiera,
e custodisci con la tua bontà il papa
che tu hai scelto per noi,
perché il popolo cristiano,
da te affidato alla sua guida pastorale,
progredisca sempre nella fede.
Per Cristo nostro Signore.

Te rogamus audi nos...


III. PER TUTTI GLI ORDINI SACRI E PER TUTTI I FEDELI

Preghiamo per il nostro vescovo N.,
per tutti i vescovi presbiteri e i diaconi,
per tutti coloro che svolgono un ministero nella Chiesa
e per tutto il popolo di Dio.


Te rogamus audi nos...


Dio onnipotente ed eterno
che con il tuo Spirito
guidi e santifichi tutto il corpo della Chiesa,
accogli le preghiere che ti rivolgiamo
perché secondo il dono della tua grazia
tutti i membri della comunità
nel loro ordine e grado
ti possano fedelmente servire.
Per Cristo nostro Signore.

Te rogamus audi nos...

IV. PER I CATECUMENI


Preghiamo per i [nostri] catecumeni:
il Signore, Dio nostro,
illumini i loro cuori e apra loro
la porta della sua misericordia,
perché mediante l'acqua del Battesimo
ricevano il perdono di tutti i peccati
e siano incorporati in Cristo Gesù, nostro Signore.


Te rogamus audi nos...

Dio onnipotente ed eterno,
che rendi la tua Chiesa sempre feconda di nuovi figli,
aumenta nei [nostri] catecumeni
l'intelligenza della fede,
perché, nati a vita nuova nel fonte battesimale,
siano accolti fra i tuoi figli di adozione.
Per Cristo nostro Signore.

Te rogamus audi nos...

V. PER L'UNITÀ DEI CRISTIANI


Preghiamo per tutti i fratelli che credono in Cristo;
il Signore Dio nostro conceda loro di
vivere la verità che professano
e li raduni e li custodisca nell'unica sua Chiesa.

Te rogamus audi nos...


Dio onnipotente ed eterno,
che riunisci i dispersi e li custodisci nell'unità,
guarda benigno al gregge del tuo Figlio,
perché coloro che sono stati consacrati
da un solo Battesimo
formino una sola famiglia
nel vincolo dell'amore e della vera fede.
Per Cristo nostro Signore.

Te rogamus audi nos...

VI. PER GLI EBREI


Preghiamo per gli ebrei:
il Signore Dio nostro,
che li scelse primi fra tutti gli uomini
ad accogliere la sua parola,
li aiuti a progredire sempre nell'amore del suo nome e nella fedeltà alla sua alleanza.

Te rogamus audi nos...

Dio onnipotente ed eterno,
che hai fatto le tue promesse
ad Abramo e alla sua discendenza,
ascolta la preghiera della tua Chiesa,
perché il popolo primogenito della tua alleanza
possa giungere alla pienezza della redenzione.
Per Cristo nostro Signore.

Te rogamus audi nos...
VII. PER I NON CRISTIANI


Preghiamo per coloro che non credono in Cristo
perché, illuminati dallo Spirito Santo,
possano entrare anch'essi nella via della salvezza.

Te rogamus audi nos...
Dio onnipotente ed eterno,
fa' che gli uomini che non conoscono il Cristo
possano conoscere la verità
camminando alla tua presenza
in sincerità di cuore,
e a noi tuoi fedeli concedi
di entrare profondamente
nel tuo mistero di salvezza
e di viverlo con una carità sempre più grande tra noi,
per dare al mondo
una testimonianza credibile del tuo amore.
Per Cristo nostro Signore.

Te rogamus audi nos...

VIII. PER COLORO CHE NON CREDONO IN DIO


Preghiamo per coloro che non credono in Dio
perché, vivendo con bontà e rettitudine di cuore,
giungano alla conoscenza del Dio vero.

Te rogamus audi nos...

Dio onnipotente ed eterno,
tu hai messo nel cuore degli uomini
una così profonda nostalgia di te,
solo quando ti trovano hanno pace:
fa' che, al di là di ogni ostacolo,
tutti riconoscano i segni della tua bontà e,
stimolati dalla testimonianza della nostra vita,
abbiano la gioia di credere in te,
unico vero Dio e padre di tutti gli uomini.
Per Cristo nostro Signore.

Te rogamus audi nos...

IX. PER I GOVERNANTI


Preghiamo per coloro che sono chiamati
a governare la comunità civile,
perché il Signore Dio nostro
illumini la loro mente e il loro cuore
a cercare il bene comune
nella vera libertà e nella vera pace.

Te rogamus audi nos...


Dio onnipotente ed eterno,
nelle tue mani sono le speranze degli uomini
e i diritti di ogni popolo:
assisti con la tua sapienza coloro che ci governano,
perché, con il tuo aiuto,
promuovano su tutta la terra una pace duratura,
il progresso sociale e la libertà religiosa.
Per Cristo nostro Signore.

Te rogamus audi nos...


X. PER I TRIBOLATI


Preghiamo, fratelli carissimi, Dio Padre onnipotente,
perché liberi il mondo da ogni disordine:
allontani le malattie, scacci la fame,
renda libertà ai prigionieri, giustizia agli oppressi,
conceda sicurezza a chi viaggia,
il ritorno ai lontani da casa,
la salute agli ammalati, ai morenti la salvezza eterna.

Te rogamus audi nos...

Dio onnipotente ed eterno,
conforto degli afflitti, sostegno dei tribolati,
ascolta il grido dell'umanità sofferente,
perché tutti si rallegrino di avere ricevuto
nelle loro necessità il soccorso della tua misericordia.
Per Cristo nostro Signore.

Te rogamus audi nos...


ADORAZIONE DELLA SANTA CROCE

È un altro dei momenti culminanti del giorno, insieme alla lettura del Passio e alla preghiera universale. La comunità cristiana esprime i suoi sentimenti di contemplazione e di adorazione della croce come principio della Pasqua. Essa viene mostrata solennemente, e tanto l’invito nel mostrare la croce, come la risposta del popolo “si faccia col canto” (n. 68). E qui troviamo uno dei momenti nei quali il canto è centrale, tanto che se colui che presiede non può cantare, può essere aiutato dal diacono o dal cantore (Caeremoniale episcoporum n. 321)


PNMR 14. Terminata la preghiera universale, ha luogo la solenne adora-zione della Croce.
Per il rito della «ostensione» della Croce, vengono proposte due forme: si scelga la più adatta alle esigenze pastorali.


OSTENSIONE DELLA CROCE

15. Si porta all'altare la Croce ; l'accompagnano due ministranti con le candele accese.

Un ministro porta la croce dal fondo della chiesa e si ferma due volte
Il sacerdote, in piedi davanti all'altare,invita i presenti all'adorazione con le parole Ecco il legno della croce.... Tutti rispondono: Venite, adoriamo il Signore che muore per noi

La terza volta il sacerdote rivolge l'invito e tutto si svolge come la prima volta.

16. Il sacerdote, accompagnato da due ministranti con le candele accese, porta la Croce sul limitare del presbiterio o in altro luogo adatto: quivi la depone al suolo, oppure l'affida ai ministranti, che la tengono diritta. A destra e a sinistra della Croce si pongono i candelieri con le candele accese.

ADORAZIONE DELLA SANTA CROCE

PNMR 18. Il sacerdote, il clero e i fedeli si recano processionalmente all'adorazione della Croce, facendo davanti ad essa genuflessione semplice o un altro segno di venerazione, (ad esempio baciando la Croce), secondo l'uso del luogo.

Mentre si svolge l'adorazione, si cantano l'antifona Adoriamo la tua Croce, i Lamenti del Signore e l'Inno o si eseguono altri canti adatti; restano seduti coloro che hanno compiuto l'adorazione.

19. Per l'adorazione, si presenta un'unica Croce.

Se per il gran numero dei fedeli non tutti possono accostarsi personalmente alla Croce, il sacerdote, dopo che una buona parte dei fedeli ha compiuto l'adorazione, prende la Croce e, stando in mezzo, davanti all'altare, con brevi parole invita l'assemblea all'adorazione. La tiene quindi elevata in alto per alcuni istanti, mentre i fedeli, in silenzio, compiono l'adorazione.

20. Terminata l'adorazione, la Croce viene portata all'altare, al suo posto. I candelieri con le candele accese si pongono attorno all'altare o presso la Croce.



L’adorazione della croce conserverà possibilmente il canto dei lamenti del Signore , che manifestano profondamente la regalità del Cristo crocifisso. In caso diverso o in aggiunta ad essi, è bene aprire l’adorazione con l’antifona “Crucem tuam”.

- ostinati: Adoramus te Christe e Crucem tuam in Canti di Taizé 2002-2003, Ateliers et presses de Taizé.
- litanie : Per il tuo corpo NCP 813
Per la croce NCP 814 opp. la versione in MeA n. 3/1999
- improperi: Che male ho fatto mai NCP 507
O mio popolo NCP 513
- inni: Volto dell’uomo NCP 525
Tu nella notte triste NCP 524
Signore, dolce volto NCP 516
O capo insanguinato NCP 515


SANTA COMUNIONE

La comunione in questo giorno ha un carattere sobrio: il rito stesso dell’andare a prendere l’eucaristia nel luogo della reposizione non ha nessuna solennità nel messale, come aveva, invece, ieri il rito di portarcela.

PNMR 21. Si stende sull'altare una tovaglia e vi si pongono sopra il corporale e il libro. Il diacono o, in sue assenza, lo stesso sacerdote, ri-porta il Santissimo Sacramento dal luogo della reposizione all'altare, per il percorso più breve: tutti rimangono in piedi in silenzio. Due ministranti con le candele accese accompagnano il Santissimo Sacramento; pongono poi i candelieri presso o sopra l'altare.

22. Appena il ministro ha deposto il Santissimo Sacramento sull'altare e ha scoperto la pisside, il sacerdote si avvicina e, fatta la genuflessione, sale all'altare.

La distribuzione della comunione, oggi, potrebbe anche svolgersi senza canto. In questo giorno austero, nel quale non si celebra l’eucaristia ma ci si comunica unicamente al pane presantificato e si omette la comunione al calice.


ORAZIONE DOPO LA COMUNIONE


Preghiamo.

Dio onnipotente ed eterno,
che hai rinnovato il mondo
con la gloriosa morte e risurrezione del tuo Cristo,
conserva in noi l'opera della tua misericordia,
perché la partecipazione a questo grande mistero
ci consacri per sempre al tuo servizio.
Per Cristo nostro Signore.

R. Amen


RITI DI CONCLUSIONE

PNMR 28. Per il congedo dell'assemblea, il sacerdote, rivolto al popolo e stendendo le mani sopra di esso, dice questa orazione:


ORAZIONE SUL POPOLO

Scenda, o Padre, la tua benedizione su questo popolo,
che ha commemorato la morte del tuo Figlio
nella speranza di risorgere con lui;
venga il perdono e la consolazione,
si accresca la fede,
si rafforzi la certezza nella redenzione eterna.

R. Amen

L’assemblea si scioglie in silenzio.

Si scelga un luogo opportuno (il luogo della reposizione del giovedì santo oppure ai piedi del presbiterio sul tappeto) dove deporre la Croce per l’adorazione personale. È Importante che questa croce – grande, bella ed espressiva – rimanga durante tutto il giorno di oggi e di domani al centro dell’attenzione di tutta la comunità.
Si dispongano attorno ad essa quattro ceri accesi. L’adorazione si protrae sino al pomeriggio del sabato santo, quando inizieranno, nel rispetto del silenzio, i preparativi dell’aula liturgica per la solenne veglia pasquale. In questi due giorni si genuflette davanti ad essa, come si fa negli altri giorni davanti al tabernacolo.

Sono richiesti 3 lettori e 10 accoliti o ministranti


Servono alcuni oggetti: